Mascherina all’aperto: un po’ di charezza

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Il Governo Draghi ci ha fatto credere che la decadenza dell’obbligo di mascherina all’aperto,a partire dal 28 giugno,fosse una benevola concessione in virtù di una migliore situazione sanitaria del Paese.

Il ministro Speranza sostiene comunque che “bisogna averla ( la mascherina) sempre con sé e usarla se non si può rispettare il distanziamento se c’è rischio di assembramenti”.

Sembrerebbe esattamente come prima.

Leggiamo il testo della legge n. 159 del novembre 2020. Essa esplicitamente recita “di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con possibilità di prevederne l’obbligatorietà dell’utilizzo nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi”.

È più o meno esattamente come prima.

I media e il governo Draghi hanno voluto far credere che dal 28 giugno è cambiato qualcosa, quando in realtà non è cambiato proprio nulla.

La mascherina all’aperto non è mai stata obbligatoria se non alle condizioni riportate nel testo della legge 159 del novembre 2020 prima riportate.

La maggioranza dei cittadini ha creduto invece a quanto ambiguamente veniva riportato dal Governo e dai media nonostante le stesse leggi non hanno mai imposto la mascherina all’aperto.

Insomma un intelligente “maquillage” legislativo che ha fatto passare come una graziosa e benevola concessione del Governo qualcosa che invece non è mai stata obbligatoria.

Tutto ciò potrebbe essere funzionale al quasi certo ritorno autunnale della politica chiusurista, secondo la logica del bastone & carota fino, purtroppo, al raggiungimento degli obiettivi determinati dalla ormai evidente agenda del Grande Reset.

Luigi Manzini